L’arte del silenzio

Autore anonimo

Il silenzio non è muto. Ha un suono. Ci parla della nostra interiorità, di quella dimensione ulteriore dove tutto può essere approfondito. Ascoltato. Esplorato per far spazio ad un mondo nel quale è ancora possibile respirare prima di pensare. Riflettere prima di agire. Essere invece che apparire.

La nostra vita attuale, sempre più invasa dal chiacchiericcio di programmi televisivi, squilli di cellulari e musiche assordanti, sembra aver completamente censurato il tempo fondamentale del silenzio.
Un tempo che sembra oramai sommerso da quel “brusio diffuso” di cui scriveva Max Picard, un sottofondo di rumore artificiale che sovrasta e riempie ogni centimetro di spazio silenzioso disponibile. Un vero e proprio horror vacui uditivo e visivo che pare comprimere e tenere sotto controllo quella particolare inquietudine che ci assale quando ci troviamo da soli nell’assenza di qualsiasi rumore. Di qualsiasi distrazione. Faccia a faccia con la nostra natura interiore, senza più maschere di fronte a ciò che siamo.A quello che veramente abbiamo. E’ infatti solo lì, nella tranquillità solitaria del silenzio che piano piano iniziamo a scoprire il segreto che racchiude, il suono con il quale ci mostra l’intensità della vita.
Una melodia continua composta da scrosci di pioggia e soffi di vento, dal crepitio del fuoco che si confonde ai fruscii leggeri di abiti e stoffe. Non il rumore vuoto delle cose che muoiono, ma il silenzio acceso delle cose che vivono.
Un suono magico attraverso il quale l’arte ci sussurra la sua bellezza perché, come scriveva Boris Pasternak, “l’uomo è muto, ed è solo l’immagine a parlare”. Un’immagine che ci conduce fuori dal regno delle apparenze, proprie degli oggetti, per mostrarci le molteplici apparizioni dell’immaginazione umana, attraverso le quali si riescono a vedere orizzonti lì dove sembrano esserci solo limiti….…….
Ecco allora che il ritorno al silenzio ci aiuta a distinguere il rumore artificiale dal suono naturale delle cose vere.

Basta saper fare silenzio ed osservare. Basta saper vedere dietro la superfice di quello che compare.
Solo allora riusciremo a sentire qualcosa di leggero e impercettibile. Un soffio di vento, un sussurro nel suono del silenzio che ci ricorda che l’arte, quella vera, è bella come la vita.

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